Mary Brain «Regression of Human Existence» (2012)

Mary Brain «Regression Of Human Existence» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
26.04.2013

 

Visualizzazioni:
1725

 

Band:
Mary Brain
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Titolo:
Regression of Human Existence

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Andrea La Piccirella - guitar
Matteo Marano - guitar
Nicola Palma - bass
Andrea Ferrari - drums

 

Genere:
Heavy Metal

 

Durata:
51' 43"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
27.12.2012

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Sono rimasto in dubbio a lungo su questo album dei Mary Brain: da più parti se ne parlava come di un ottimo debutto, ma io restavo sempre titubante; troppe cose mi sembravano approssimative, mentre certi paragoni troppo azzardati, e ci ho dovuto riflettere un bel po'.
Ora però posso dire che - come troppo spesso accade - la verità sta nel mezzo.
Le capacità tecniche di questo gruppo sono certe ed evidenti: una sezione ritmica potente e precisa sostiene delle chitarre ruvide ed abili, e un cantante, che se non esageratamente tecnico è quanto meno adatto a quello che deve fare.
L'unico vero punto debole di questo album è la carenza di focalizzazione: troppo repentinamente si cambia atmosfera, come a voler dare sfoggio di tecnica ed eclettismo; questo si riduce però in una sensazione, seppur non troppo marcata, di confusione. Unito a brani dalla durata più estesa del normale, che non essendo propriamente legati al concetto di “progressive”, spesso si dilungano in maniera non necessaria.
Quello che abbiamo qui, dunque è più simile ad una manciata di riff, che si uniscono in maniera affettata, alcuni belli, altri meno; certi efficaci, certi altri più banali ed anonimi.
In questo album avrebbero dovuto fare la differenza composizioni accattivanti, non necessariamente immediate, o pop, ma che si tenessero alla larga dalla tentazione di voler solo mettere in mostra delle caratteristiche tecniche.
Prendiamo in analisi un brano, per esser più chiari: “Sodom & Gomorrah”. L'apertura sembra rubata ai Metallica di “Wherever I May Roam” e ai CCCP di “Punk Islam”, e ormai, diciamocela tutta: le scale minori armoniche hanno saturato le orecchie. Né le strofe, né il ritornello risultano poi coinvolgenti, e nemmeno la lunga, invece noiosa, variazione prima del finale; il tutto per una durata di oltre sette minuti complessivi.
Molto meglio quando si muovono su riff quasi moderni, in bilico tra hard rock ed heavy metal, appoggiati su mid tempo rocciosi, come in “Golem” e “Death Game”. Interessanti anche quando battono forte, alla ricerca di un thrash metal furioso, sebbene si senta che non è il loro genere.
Manca ancora un carattere forte, che potrebbe essere definito appunto, sacrificando quella volontà di eclettismo che può pure esserci, ma che dev'essere sviluppata col tempo.

Track by Track
  1. Regression 60
  2. Golem 70
  3. S.O.S. (Stairs Of Shadows) 65
  4. My Redemption 60
  5. Insane Asylum 65
  6. Sodom & Gomorrah 55
  7. Death Game 65
  8. Against The Darkness 55
  9. We'll Be Alone 65
  10. Army of Terror 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
65

 

Recensione di June » pubblicata il 26.04.2013. Articolo letto 1725 volte.

 

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